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LAVORATORI FORESTALI: ECCO PERCHÈ VI SPETTA LA STABILIZZAZIONE – INCONTRO DI BUCCHERI (SR) – GIORNO 8 MARZO 2016 – ORE 17:00 – AULA CONSILIARE DEL COMUNE

Febbraio 19, 2016
Vi aspettiamo giorno 8 marzo, alle ore 17:00, presso l’Aula Consiliare del Comune di Buccheri (Sr), per parlare della strategia processuale che verrà applicata alle nostre azioni collettive.
A tal fine, riteniamo opportuno comunicarVi alcuni chiarimenti.
  1. Il ricorso sarà patrocinato dall’avv. Angela Maria Fasano, esperta in Diritto del Lavoro subordinato, iscritta all’albo presso il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Palermo.
  2. Per agevolare la comprensione del quadro giuridico-istituzionale di riferimento alla base della complessa tematica oggetto del nostro ricorso, riportiamo la seguente breve monografia: A) denunzieremo, con istanza in Commissione Europea, l’abuso del precariato nella pubblica amministrazione locale (Regione siciliana), aderendo alla giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea. B) Con la sentenza Mascolo del 26 novembre 2014, la Corte di Giustizia europea ha, infatti, chiarito che una successione, anche non continuativa nel tempo (come nel caso di Voi operai della Forestale), contrasta con l’accordo quadro europeo di cui alla Direttiva 1999/70 CE del Consiglio del 28 giugno 1999. B) La Regione siciliana, in ordine agli obblighi di cui sopra, non può esimersi dall’osservanza dell’obbligo di prevedere una misura adeguata contro l’abuso dei contratti a termine, in danno dei lavoratori in buona fede. C) Nell’incapacità dello Stato – Ordinamento e della Regione siciliana, che non riescono a trovare soluzioni concrete per risolvere il problema del precariato che dura da decenni, se non da sempre, ci attiveremo per promuovere forme di tutela collettiva per tutti gli operatori interessati. La Corte di Giustizia con la sentenza “Mascolo” del 26/11/2014, che ha effetti per tutto il pubblico impiego, ha condannato l’Italia per l’assenza di misure efficaci atte a sanzionare e prevenire l’utilizzo abusivo dei contratti a tempo determinato da parte della Pubblica amministrazione” mettendo “in evidenza che tale abuso è stato operato in contrasto con la Direttiva n. 1999/70/CE. La Commissione europea ha contestato allo Stato italiano la violazione della clausola 4 e 5 della direttiva 70/1999/CE, rilevando tra l’altro che in diversi casi, risultano esserci trattamenti sfavorevoli di dipendenti pubblici con contratto a tempo determinato rispetto a quelli con contratto a tempo indeterminato”.
  3. La storica sentenza del 26 novembre 2014 della Corte di Giustizia europea, che ha messo in chiaro come la stagione delle discriminazioni verso i precari sia giunta al capolinea, indicando ai Paesi membri l’obbligo di assumere il personale che ha svolto almeno 36 mesi di servizio,anche non continuativi.
  4. In virtù del principio di non discriminazione ci batteremo, affinché tali norme possano essere applicate correttamente anche nel nostro Stato. Non esistono precari di serie A e precari di serie B! IL nostro Stato applica condotte totalmente estranee all’agire politico degli altri Stati membri!
  5. Gli abusi senza fine di precariato nella pubblica amministrazione sono arrivati ad un limite d’insopportabilità. E ora di agire autonomamente, in luogo di tutti quei signori che vi hanno promesso l’agognata stabilizzazione e che non hanno saputo mantenere nessuno dei programmi avviati in sede di campagna elettorale. Siete stati il loro bacino elettorale. Una volta usati, vi hanno miseramente abbandonato.
  6. >Sfruttando il bisogno e la disoccupazione diffusa, la classe politica si è potuta permettere un ricatto collettivo, un gigantesco voto di scambio, fatto alla luce del sole. Questo patto scellerato, estorto col bisogno delle vittime, gli stessi che oggi li vogliono far passare per “fannulloni”, sta creando una strage sociale senza precedenti.
  7. Ma il tampone è troppo piccolo e la ferita continua a sanguinare. È come il caso dell’operaio che su una macchia d’umido passa una mano di colore, senza eliminare il problema alla fonte. Prima o poi la chiazza ricomparirà e sarà sempre più grande. Ecco, alla Regione tamponano, ma non agiscono concretamente sul problema.
  8. I lavoratori forestali, vanno stabilizzati, con conversione del rapporto, ove sussistano i requisiti legali. Pertanto, i dipendenti precari siciliani dovrebbero ancora di più in questo momento storico (stabilizzazione personale scolastico) sollecitare il Legislatore regionale e nazionale a mettere in campo una norma organica per affrontare il fenomeno del precariato pubblico siciliano ovvero chiamare in giudizio lo Stato italiano e anche la Regione Siciliana per aver consentito con la propria legislazione di non prevenire gli abusi dei contratti a tempo determinato in Sicilia.
  9. Per le ragioni di cui sopra, lo studio legale Fasano, in seguito alle richieste esternate da alcuni lavoratori, ha messo a punto un ricorso collettivo da presentare in Commissione Europea per attivare una procedura di infrazione contro gli Enti responsabili di questa macelleria sociale. Per info: studiolegale.fasano@alice.it

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