La Regione siciliana ha un pesante fardello: le sorti di tutti i lavoratori della Formazione Professionale, rimasti privi di occupazione e di reddito. Una strage sociale senza precedenti che rischia di raggiungere contorni ancora più disastrosi, se non si pone un freno a questo sterminio sociale. E la colpa, come tutti sappiamo, non è dei lavoratori.
Le Leggi vanno rispettate. E la normativa regionale, al riguardo, è chiara e non lascia margini interpretativi: i lavoratori iscritti all’albo, ex art. 14 della legge regionale n° 24/76, devono essere salvaguardati. Punto. Non vi sono altre letture, se non quella della giusta ricollocazione nel mercato del lavoro. Un diritto per i lavoratori, un obbligo per la Regione.
Non vi sono esimenti per la condotta regionale, neppure economiche. Le pecunie erano presenti, sono state gestite in modo poco virtuoso e i responsabili di questa arteria che sanguina, quindi, devono pagare.
La Regione deve trovare una soluzione. I tempi brevi. Altrimenti le condanne saranno pesantissime.
Per questo la nostra battaglia continua. I diritti di tutti i lavoratori della Formazione Professionale siciliana, avranno piena valutazione giudiziale anche nelle provincie di Caltanissetta ed Enna. Si comunica, infatti, che stiamo provvedendo al deposito dei ricorsi per la condanna della Regione siciliana alla declaratoria di mobilità (riassorbimento dei dipendenti della Formazione siciliana rimasti privi di occupazione presso altri Enti Privati o pubblici ex l.r. 25/93 e CCNL).
Con questo ricorso si inaugurano formalmente le tutele collettive di matrice Nazionale. Finalmente un Organo giudicante è stato investito di una questione avente un rilevante valore giuridico, totalmente calpestato da interessi politici ed economici:l’applicazione effettiva del principio di mobilità, riconosciuto dalla Legge e dal CCNL vigente a tutti i lavoratori della Formazione.
Le tutele collettive nazionali, del resto, per mano del nostro studio e della strategia legale applicata in sede processuale, hanno avuto già ottimi riscontri. In sede di impugnazione del licenziamento applicato, infatti, abbiamo chiesto all’Organo giudicante di annullare la procedura condotta in danno del lavoratore, poiché estranea al dictat normativo vigente. Ebbene, il Foro adito, nella persona del Giudice del Lavoro, ha accolto le nostre doglianze mediante il deposito di ordinanza di accoglimento totale, con cui, in modo del tutto eccezionale e con precedente unico, è stato reso il seguente approdo giurisprudenziale: “il licenziamento è stato dichiarato nullo perché l’iter procedurale seguito, a mezzo dei principi di cui alla Legge 223/1991,è stato qualificato errato, dovendo trovare applicazione, per i dipendenti della Formazione professionale Siciliana, le garanzie occupazionali di cui alle Leggi regionali 24/76 e 25/93, oltre i principi contrattuali di cui al CCNL di categoria…frustandone così la finalità di favorire in ipotesi di chiusura degli enti di formazione accreditati la salvaguardia della occupazione e il reinserimento del personale a tempo indeterminato iscritto all’albo, come la ricorrente, negli albi di cui all’art. 14 della l.r. n. 24/76”.
La forte resistenza del governo regionale non deve preoccuparci. Una condotta meramente politica. E la politica non può certamente arrestare il percorso della legalità. Si tratta di atteggiamento che non ha altro scopo che quello di limitare i risarcimenti, perché è evidente a chiunque che i lavoratori della Formazione vantano un diritto di matrice costituzionale, peraltro consacrato in una norma: art. l.r. 25/93.
NOI NON MOLLEREMO E ANDREMO AVANTI CON LA TESTA E CON IL CUORE.
Le iscrizioni alle nostre tutele collettive sono ancora aperte per gli interessati e per tutti i lavoratori rimasti privi di occupazione e di reddito.
La Regione sta palesemente violando principi di matrice nazionale e comunitaria. I lavoratori HANNO PIENO TITOLO GIURIDICO per essere riassorbiti da altri Enti privati o pubblici. La mobilità e, conseguentemente, la clausola di salvaguardia sociale, sono realtà giuridiche salde ed inequivocabili. La Legge è uguale per tutti, non solo per i privilegiati della casta.
Le adesioni sono sempre aperte. Per info:studiolegale.fasano@alice.it