Con il termine cyberbullismo (o “bullismo online”) si indica una tipologia di bullismo offensivo e sistematico perpetrato tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione e, più in generale, attraverso la rete Internet. Il fenomeno consiste in un atto (o una serie di atti) di aggressione intenzionale compiuto contro una vittima da parte di un individuo (o un gruppo di individui) attraverso strumenti di comunicazione elettronica come cellulari, computer e tablet. Rispetto al bullismo tradizionale, il cyberbullismo è caratterizzato da una serie di precondizioni specifiche dovute alla natura del contesto entro cui il cyberbullo si trova ad agire.
Le condizioni.
Caratteristiche e differenze dal bullismo “tradizionale”.
Prima condizione è quella dell’anonimato: luoghi virtuali come chat, social network e messaggi costituiscono infatti spazi protetti in cui è possibile operare in totale anonimato attraverso una modalità di relazione indiretta che non prevede l’incontro faccia a faccia. Seppure ogni comunicazione in rete lasci sempre delle tracce, per la vittima può infatti essere molto difficile risalire all’identità del suo molestatore. Tale disparità di potere tra bullo e vittima consente al primo di agire indisturbato e impunito con comportamenti scorretti e aggressivi.
Seconda condizione è quella dell’assenza di limiti spazio-temporali: se il bullismo è sempre circoscritto all’interno di una o più aree fisiche specifiche, il cyberbullismo può colpire la vittima in ogni luogo e momento ogni volta cioè che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo. Ciò contribuisce in misura rilevante a rendere più difficoltosi il riconoscimento e la gestione del fenomeno.
La terza condizione ha invece a che fare con un processo di deresponsabilizzazione dell’individuo: la possibilità di essere su Internet “un’altra persona”, o comunque di mantenere una certa distanza fisica dalla vittima, crea delle dinamiche sociali per cui offendere, minacciare e perseguitare diventa più semplice e può apparire come un comportamento “meno grave”. Di contro a questo processo di deresponsabilizzazione, tuttavia il cyberbullismo comprende anche una condivisione di responsabilità: un atto di cyberbullismo può essere compiuto non solo da chi perseguita sistematicamente la vittima, ma anche da chi semplicemente visiona un’immagine o un video e decide di condividerlo al pubblico potenzialmente infinito di Internet. Per identificare il fenomeno del cyberbullismo non è infatti necessario che l’atto offensivo o persecutorio sia reiterato nel tempo dallo stesso individuo, poiché le informazioni che vengono diffuse su Internet rimangono disponibili ai suoi utenti per lungo tempo e a prescindere dalle azioni successive compiute dal cyberbullo.
Il nostro progetto.
La tecnologia sta cambiando il mondo sempre più rapidamente, con un impatto innegabile sulla vita di tutti. Il mondo è diventato “piccolo” e ha assunto il profilo tipico di un ‘villaggio globale’ dove i confini tra reale, ideale e virtuale si sfumano. I bambini, in particolare, crescono in un mondo che offre loro continui stimoli digitali, attraverso l’accesso ai social network, ai giochi, alla musica, a video di ogni tipo. Attraverso gli strumenti tecnologici i bambini comunicano e, spesso, conoscono nuove persone, acquisiscono informazioni e vanno alla scoperta del mondo, addentrandosi, a volte, anche nella sfera più intima, quella affettiva e sessuale. I nostri alunni sono dei “nativi digitali” nati e cresciuti in una società nella quale internet è parte integrante della vita quotidiana. Il progetto “Bulli nella rete” si prefigge di affrontare quelle sfide “negative” fronteggiate nella quotidianità da insegnanti, istruttori, educatori, dirigenti scolastici, genitori e correlate all’uso improprio della rete e dei nuovi dispositivi digitali da parte dei bambini: principalmente il cosiddetto cyberbullismo cioè quella “ forma di prevaricazione volontaria e ripetuta, attuata attraverso un mezzo elettronico, agita contro un singolo o un gruppo con l’obiettivo di ferire e mettere a disagio la vittima di tale comportamento che non riesce a difendersi” (Peter Smith). Le strade virtuali offrono mille possibilità, ma costituiscono anche una realtà dove è difficile districarsi e che in apparenza si presenta priva di regole, nella quale è possibile imbattersi in contenuti e comportamenti potenzialmente dannosi per lo sviluppo dei più piccoli che possono venire a contatto con situazioni, persone e materiali non adeguati al loro livello di sviluppo e di crescita. Internet è come un bosco dove si può incontrare il lupo cattivo.
Compito della scuola è quello di permettere ai bambini di esplorarlo senza cadere nelle grinfie del “lupo”, di dare loro le competenze necessarie per poterlo evitare e arrivare sani e salvi a casa della nonna.
Ma compito della scuola è anche quello di educare il lupo.
- Competenze attese
- Riconoscere casi di bullismo o cyberbullismo presso le strutture scolastiche coinvolte
- Prevenire atti di bullismo fisico nelle Scuole
- Diffondere la cultura del rispetto e della cura per l’altro
- Promuovere pratiche di mediazione dei conflitti sociali, di educazione alla convivenza e alla coesione sociale
- Promuovere una cittadinanza digitale consapevole e critica.
- Ridurre e prevenire fenomeni di illegalità e inciviltà diffusa.
- Contribuire al miglioramento delle relazioni interpersonali, a partire dall’ambiente scolastico, attraverso una prima conoscenza del linguaggio dell’accettazione quale strumento di dialogo e di scambio nell’ottica della nonviolenza, del rispetto dell’altro e della convivenza delle differenze.
- Promuovere un uso consapevole, responsabile, sicuro e critico delle tecnologie digitali e della Rete
- Sviluppare capacità di collaborazione, autoaffermazione ed integrità