Con ordinanza resa in data 11 Aprile 2016 il Tribunale Civile di Messina, ha accolto le doglianze proposte dallo studio legale Fasano, abbracciando la tesi difensiva proposta dagli avvocati Angela Maria Fasano e Stefania Fasano, del Foro di Palermo: i dipendenti non potevano essere licenziati, ma posti in mobilità, secondo quanto previsto dalle leggi regionali e dal CCNL. Quindi, obbligo per la Regione di utilizzare il lavoratore presso altri Enti.
E’ un caso unico ed isolato nel suo genere. Il Foro di Messina ha reso giustizia a tutti i dipendenti della Formazione professionale Siciliana, essendo questa, una pronunzia che potrà essere utilizzata come precedente, sia in casi analoghi, sia per le nostre tutele collettive.
Le tutele collettive proposte dallo studio legale Fasano stanno dando i primi importantissimi risultati. E’ un evento storico per tutti i lavoratori della Formazione a cui è stata strappata la dignità, a causa di una condotta omissiva della Regione, fondata esclusivamente su ragioni di ordine politico.
Se l’Ente di Formazione licenzia, quindi, la Regione – in virtù di quanto succintamente calendato nell’art. 2 della l.r. 25/1993, deve obbligatoriamente applicare tutti gli strumenti atti a garantire IL REINSERIMENTO DEL PERSONALE A TEMPO INDETERMINATO ISCRITTO, COME I RICORRENTI, ALL’ALBO DI CUI ALL’ART. 14 DELLA LEGGE REGIONALE N. 24/76.
Questo è quanto è stato reso in sede giudiziale.
La forte resistenza del governo regionale non deve PIU’ preoccuparci. Una condotta meramente politica. E la politica non può certamente arrestare il percorso della legalità. Si tratta di atteggiamento che non ha altro scopo che quello di limitare i risarcimenti, perché è evidente a chiunque che i lavoratori della Formazione vantano un diritto di matrice costituzionale, peraltro consacrato in una norma: art. l.r. 25/93.
Le iscrizioni alle nostre tutele collettive sono ancora aperte per gli interessati e per tutti i lavoratori rimasti privi di occupazione e di reddito.
La Regione sta palesemente violando principi di matrice nazionale e comunitaria. I lavoratori HANNO PIENO TITOLO GIURIDICO per essere riassorbiti da altri Enti privati o pubblici. La mobilità e, conseguentemente, la clausola di salvaguardia sociale, sono realtà giuridiche salde ed inequivocabili. La Legge è uguale per tutti, non solo per i privilegiati della casta.
Ci siamo battuti con la testa, ma soprattutto con il cuore. L’avvocato prima di tutto è un cuore: è questo è stato un gesto d’amore verso tutte le persone che ci hanno danno fiducia fin dall’inizio. Grazie di cuore a tutti!
«Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore.
Ma l’avvocato no. L’avvocato non può essere un puro logico, né un ironico scettico, l’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sè, assumere su di sè i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce.In fondo al loro cuore essi sono convinti che è vero il contrario, che deve per forza esser vero il contrario: perché sanno dalla loro quotidiana esperienza delle miserie umane, che tutti gli afflitti sperano nella giustizia, che tutti ne sono assetati: e che tutti vedono nella toga il vigile simbolo di questa speranza… (Piero Calamandrei) (1889/1956)
Le adesioni AI RICORSI sono sempre aperte. Per info:studiolegale.fasano@alice.it – Whatsapp: 334/8120803