Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione. Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Lavoratori in buona fede è ora di mettere un freno alle vergogne che da troppo tempo si perpetrano alle vostre spalle.
Abbiam piena contezza che nel settore della formazione professionale è stata evidenziata, quale grave anomalia del sistema, l’eccessiva spesa di soldi pubblici. Pur tuttavia, siamo ben consapevoli che non è imprudenza vostra.
Il 2015 è stato l’annus horribilis per la spesa pubblica siciliana: le condanne per danno erariale nel settore della Formazione ammontano infatti a 39 milioni di euro, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. E mentre le condanne raddoppiano, in crescita sono anche i nuovi casi d’indagine. E a pagarne le spese siete solo Voi: i licenziati, i sospesi, i senza retribuzione della Formazione professionale. Un bel quadretto, non c’è che dire.
Diciamola tutta: avete fatto comodo ai paladini del potere; e loro non hanno avuto scrupoli nello sfruttare la vostra posizione. Vi hanno dissanguato a tempo debito, ed ora che non potete più essergli d’aiuto – essendo solo un peso – vi hanno messo elegantemente alla porta, senza dirvi neppure “grazie”.
Ma vi è di più. Hanno letteralmente spolpato il sistema Formazione (nato per nobili fini e morto per scopi beceri), distrutto famiglie, vite umane, sogni, DIRITTI, per cosa? Per i loro interessi pecuniari. Qui non vogliamo far retorica, perché inutile e qualunquista. Ma il quesito si erge impetuoso: dove erano ubicati lo Stato, gli organi di controllo e tutti i responsabili della vicenda Formazione? Vi pare onesto che a pagarne le spese siete solo voi, I LAVORATORI? Vi sembra corretto che per i media e per vox populi, siete etichettati come i lapardei (termine palermitano risalente alla dominazione austro asburgica) del sistema Formazione? Ma loro, ci chiediamo legittimamente, cosa sono per aver arrecato tali danni alla spesa pubblica e ai privati? Non rispondo perché potrei usare gravi epiteti.
Qui sta il punto focale del problema: dobbiamo smontare questo muro di gomma che impedisce la lacerazione di un sistema basato sul do ut des, appellandoci in modo legittimo a tutti gli strumenti legali previsti dal sistema.
Noi siamo persone oneste e agiremo di conseguenza. Il nostro strumento di guerra è la norma; il nostro fine più nobile la Giustizia; il nostro obiettivo ultimo: riprenderci il nostro lavoro miseramente depredato.
Per questo abbiamo richiamato l’art. 23 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Il diritto al lavoro non si tocca! Le norme non sono consacrate in un testo scritto per far bella figura come in vetrina. Le norme vanno applicate in modo effettivo, e sono uguali per tutti.
Lavoratori della Formazione, ho preso a cuore il Vostro caso perché ho parenti ed amici nel vostro settore. Ho vissuto in prima linea il vostro disagio. Ho piena contezza dei problemi economici che state affrontando con grande dignità.