Le tutele collettive, promosse dal nostro studio per i dipendenti della Formazione Professionale siciliana sono state già avviate. Il primo blocco di ricorrenti, infatti, è stato inserito negli atti notificati in lingua originale in Commissione Europea. Questa è la fase a dimensione comunitaria delle azioni, cui farà seguito il deposito della petizione al parlamento europeo.
Ma non è tutto. Perché come già spiegato, le tutele collettive promosse dallo studio legale Fasano, abbracciano due dimensioni: una comunitaria ed una nazionale. Stiamo, infatti, confezionando i ricorsi da depositare presso i Giudici del lavoro regionali, con cui chiederemo l’applicazione effettiva del principio di mobilità, riconosciuto dalla Legge e dal CCNL vigente a tutti i lavoratori della Formazione. Questa, invero, è la fase nazionale delle nostre tutele collettive.
Le tutele collettive nazionali, del resto, per mano del nostro studio e della strategia legale applicata in sede processuale, hanno avuto già ottimi riscontri. In sede di impugnazione del licenziamento applicato, infatti, abbiamo chiesto all’Organo giudicante di annullare la procedura condotta in danno del lavoratore, poiché estranea al dictat normativo vigente. Ebbene, ci pregiamo di comunicare che il Foro adito, nella persona del Giudice del Lavoro, ha accolto le nostre doglianze mediante il deposito di ordinanza di accoglimento totale, con cui, in modo del tutto eccezionale e con precedente unico, è stato reso il seguente approdo giurisprudenziale: “il licenziamento è stato dichiarato nullo perché l’iter procedurale seguito, a mezzo dei principi di cui alla Legge 223/1991,è stato qualificato errato, dovendo trovare applicazione, per i dipendenti della Formazione professionale Siciliana, le garanzie occupazionali di cui alle Leggi regionali 24/76 e 25/93, oltre i principi contrattuali di cui al CCNL di categoria…frustandone così la finalità di favorire in ipotesi di chiusura degli enti di formazione accreditati la salvaguardia della occupazione e il reinserimento del personale a tempo indeterminato iscritto all’albo, come la ricorrente, negli albi di cui all’art. 14 della l.r. n. 24/76”.
Orbene, è fatto notorio che tale pronuncia verrà utilizzata come precedente nei nostri ricorsi per la mobilità. Ne abbiamo ottenute già 5, tutte dello stesso tenore in materia di impugnazione, e serviranno non già per essere reintegrati, poiché alcuni enti non sono più operativi ed hanno chiuso i battenti, ma come base di partenza per la nostra battaglia, contro chi ancora fa finta di non capire o non vuole capire.
Sappiamo che il percorso sarà lungo e ricco di ostacoli, ma dalla nostra abbiamo armi ben affilate: le norme, i principi comunitari violati in materia di diritto del Lavoro e la volontà di portare avanti una battaglia che affonda la sua ratio in un principio abbondantemente calpestato: tutela della dignità della persona.
Tutti gli interpreti nazionali, avvocati e giudici, hanno la responsabilità morale e giuridica di orientarsi per trovare soluzioni interpretative di consolidamento ermeneutico della tutela dei lavoratori dal momento che, dalla lettura sistematica della giurisprudenza comunitaria, non è possibile ricavare un argomento SERIO E RIGOROSO atto ad escludere, sul piano giuridico, l’applicazione delle garanzie occupazionali previste nel vostro comparto.
La modalità tutta italiana della gestione dei rapporti di lavoro, senza definire criteri e obiettivi trasparenti che consentano di verificare se le condotte regionali (modalità utilizzo finanziamenti FSE) rispondano effettivamente ad esigenze reali ed obiettive, è puro FANTA DIRITTO.
La forte resistenza del governo regionale non deve preoccuparci. Trattasi di condotta meramente politica. E la politica non può certamente arrestare il percorso della legalità. Si tratta di atteggiamento che non ha altro scopo che quello di limitare i risarcimenti, perché è evidente a chiunque che i lavoratori della Formazione vantano un diritto di matrice costituzionale, peraltro consacrato in una norma: art. l.r. 25/93.
Gli insegnanti ci sono riusciti. Dopo lunghe battaglie hanno ottenuto la stabilizzazione. Il loro percorso è stato lungo, ma alla fine hanno sfondato una porta.
Adesso tocca a voi, lavoratori della Formazione.
Preme qui sottolineare che la maggior parte degli aventi diritto alla continuità lavorativa, secondo la giurisprudenza comunitaria, procederanno dinanzi i Giudici nazionali per il riconoscimento di un diritto negato da troppo tempo. Questo esborso processuale, l’Erario lo potrebbe utilizzare per dare certezza alla continuità lavorativa dei dipendenti iscritti all’albo, per rispondere alle esigenze ed ai nobili fini che determinarono, un tempo, la nascita del sistema formazione.
La Regione siciliana ha spremuto un sistema, lasciando a voi lavoratori solo le ossa da spolpare; adesso è ora che paghi per aver ampiamente eluso gli obblighi di cui all’art. 2 della l.r. 24/76.
Del resto, la responsabilità amministrativa è una responsabilità di natura patrimoniale nella quale incorrono gli amministratori e di dipendenti degli enti pubblici che per inosservanza degli obblighi di servizio, abbiano arrecato un danno all’amministrazione sia in modo diretto che indiretto.
Ebbene, da molto tempo le cd. spese della politica sono valutate negativamente da parte dell’opinione pubblica in ragione dei forti abusi emersi a seguito di indagini sia penali, sia amministrativo – contabile e anche dalla particolare attenzione prestata a questo argomento dai media.
E gli esiti dei recenti giudizi in Corte dei Conti, ne sono prova certa.
Nel giudizio contabile rileva l’uso scorretto delle pubbliche risorse con una condotta colorata dalla colpa grave. Pertanto, si è in presenza di un comportamento dove non si seguono i corretti procedimenti di spesa e non si giustifica la spesa stessa, la quale deve rientrare nelle regole normative che la dispongono.
In ragione dell’attenzione della pubblica opinione su queste vicende (anche perché la cronaca ha spesso evidenziato l’uso distorto del denaro pubblico) è necessario che le risorse assegnate alla Formazione siano gestite con modalità trasparenti e siano sottoposte a verifiche e controlli.
I controlli non possono essere abbandonati, per un principio di salvaguardia dell’autonomia della politica, soltanto agli stessi organismi elettivi, perché questi hanno dato ampiamente prova di scarso funzionamento, non accorgendosi quasi di nulla, nonostante le frequenti alterazioni della spesa per le finalità estranee alla politica.
Pertanto, è necessario che coloro a cui sono affidate le risorse abbiano obblighi di controllo delle spese e di rendicontazione delle stesse, verificando che siano correttamente utilizzate per le finalità cui erano destinate e non per altri scopi o addirittura per scopi estranei al funzionamento degli organismi politici.
Infatti, come rilevato dai giudici contabili siciliani, quando si gestiscono risorse pubbliche sussiste l’onere di utilizzarle esclusivamente per le finalità per le quali le risorse stesse erano erogate.
Questa, in parole povere, una delle tante responsabilità della Regione: uso non giustificato dei fondi destinati alla Formazione. Questa, ancora, una delle cause del crollo di un sistema.
Le adesioni alla nostra azione sono ancora aperte. Per aderire clicca qui sotto.