Scuola. «Discriminati i prof che vengono dalle paritarie?». La Ue avvia indagine
La Commissione Europea avvierà un’indagine per verificare la discriminazione ai danni degli insegnanti di scuola paritaria assunti a tempo indeterminato nella scuola statale. Secondo una petizione al Parlamento Europeo, inviata un anno fa, sottoscritta da un migliaio di docenti e, nei giorni scorsi, ritenuta «ricevibile» dalla presidente della Commissione per le petizioni dell’Ue, Cecilia Wikstrom, ai docenti che provengono dagli istituti paritari non è riconosciuto il servizio pre-ruolo ai fini della ricostruzione della carriera e della mobilità territoriale. Cosa che, invece, è riconosciuta ai colleghi che hanno prestato il servizio pre-ruolo nelle scuole statali.
«È una discriminazione inaccettabile», tuona Filomena Pinca, portavoce del Comitato che ha presentato la petizione. Quando è stata assunta dallo Stato, le sono stati riconosciuti soltanto 40 dei 163 punti fino a quale momento accumulati. E addio trasferimento.
Lo stesso vale per la ricostruzione di carriera. «Quando mi hanno assunto nello Stato – spiega la professoressa Pinca, residente a Valsinni (Matera) e titolare di una cattedra di sostegno in una scuola media di Subiaco (Roma) – non mi sono stati riconosciuti gli anni di servizio pre-ruolo e, in pratica, ho dovuto ricominciare tutto da capo, come se non avessi mai insegnato un solo giorno, perdendo anche tutti gli scatti di anzianità. In poche parole: lo Stato ci considera insegnanti di serie B».
Nella petizione al Parlamento Europeo, il Comitato per il riconoscimento del servizio pre-ruolo nelle paritarie, ha quantificato in oltre 2 miliardi e mezzo di euro il risparmio per lo Stato, a causa del mancato adeguamento degli stipendi degli oltre 300mila docenti assunti a partire dal 1999, con un’anzianità media di servizio fino a 8 anni, mentre circa un terzo aveva un’anzianità tra i 9 e i 15 anni.
Per fare luce su una situazione che sta avendo pesanti ricadute sulla vita, professionale e familiare, di decine di migliaia di insegnanti, la Commissione europea svolgerà, appunto, un’indagine preliminare.
«La Commissione per le petizioni – si legge nella risposta arrivata nei giorni scorsi da Bruxelles – ha ravvisato l’opportunità di sottoporre le questioni sollevate anche alla Commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo».
Il dossier è finito anche sul tavolo del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti che, giusto un anno fa, da dirigente dell’Ufficio X dell’Ambito territoriale di Milano, risolse il caso di una docente di scuola paritaria, passata allo Stato, a cui non veniva riconosciuto il servizio pre-ruolo, attribuendo 40 punti in più all’insegnante, che aveva ottenuto una sentenza favorevole del Tribunale. «Al ministro – conclude la professoressa Pinca – chiediamo di confermare quest’orientamento favorevole, facendo cessare una discriminazione nei nostri confronti che va avanti da troppi anni».